Non tutti gli esperti sono concordi nel ritenere lo sviluppo e la diffusione di auto elettriche un’importante opportunità per l’ambiente. Anzi, ci sono delle controindicazioni significative per l’inquinamento ambientale che, spesso, non vengono prese in esame.
L’allarme viene lanciato dai più importanti produttori, in particolare oggi nelle parole di Carlos Tavares, Ceo del Gruppo PSA che racchiude Opel, Peugeot, Citroen e DS.
In una sua recente apparizione nelle pagine de “Il sole 24 ore“, Tavares sottolinea come le autorità impongano la “direzione tecnologica” elettrica, e ne favoriscano la sviluppo. L’ipotesi del Ceo è quella che, tra trent’anni, potrebbero venire a galla delle lacune in materia di tutela dell’ambiente, generate sulla difficoltà di riciclaggio delle batterie, sull’utilizzo di materiali rari del pianeta o sulle emissioni elettromagnetiche generate durante la ricarica. Le cellule ed i prodotti chimici utilizzati per la produzione di batterie sono rari da trovare; l’impronta di carbonio, utilizzato delle batterie, come può essere smaltita facilmente?
Quanto inquina l’auto elettrica? Più di quella a benzina? E quanto consuma?
La soluzione, scrive ancora, è lungi dall’essere risolta. Tuttavia, dobbiamo accettare che anche l’elettrico inquina, ma lo fa in modo diverso. Il problema dei costi di smaltimento, uno dei punti significativi da esaminare, potrebbe ritorcersi in termini di costi contro l’automobilista; inoltre, alcuni studi evidenziano come il risparmio ottenuto nei consumi non sia così significativo come quella che i media, troppo frettolosamente, cercano di imporci.
Il grosso della convenienza è infatti legato:
- al recupero di energia viva in frenata e decelerazione, ottenuto sulle vettuure elettriche, che viene riconvertito in elettricità, con un risparmio che arriva a superale l’80% rispetto ai combustibili fossili;
- alla disponibilità di energia elettrica, potenzialmente più economica – e di facile autoproduzione, con impianti eolici o solari “tax free” – rispetto ai petroli, il cui prezzo è destinato inesorabilmente ad aumentare.
Secondo uno studio dello Swedish Environmental Research Institute di Stoccolma dello scorso anno, la produzione degli accumulatori della Nissan Leaf e della Tesla Model F, due tra le vetture elettriche più vendute, genera rispettivamente 5,3 e 17,5 tonnellate di CO2. Una vettura 1200 cc a benzina, per inquinare con le stesse sostanze, dovrebbe percorrere almeno 42.000 e 154.000 km!
Dunque, c’èa ancora tanto lavoro da fare: l’immissione nel circuito di produzione delle auto elettriche di processi e materiali non inquinanti, unitamente ad uno sviluppo tecnologico delle batterie (che dovrebbero migliorare anche l’autonomia ed i cicli di funzionamento) dovrebbero finalmente decretare che la vettura elettrica consuma meno di quella a benzina.