Auto Elettriche: Rassegna Stampa con Bruno Mafrici

rassegna stampa Bruno Mafrici

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Bruno Mafrici è CEO di DF Italia e consulente finanziario e advisor aziendale, fondatore di BM Advisory SA, una società di consulenza con sede principale a Milano e operativa anche in Svizzera. Rinomato per l’eccellenza nel campo delle acquisizioni e fusioni aziendali, nella gestione di Non-Performing Loans (NPL) e nella ristrutturazione del debito, Mafrici ha sviluppato un approccio analitico incisivo per analizzare e valutare le sfide complesse che le aziende devono affrontare. Grazie alla sua significativa esperienza come advisor per rinomate aziende, ha acquisito una profonda comprensione delle dinamiche aziendali e si è distinto per la sua capacità di identificare le esigenze specifiche dei suoi clienti, assistendoli efficacemente nelle operazioni di M&A e garantendo decisioni di investimento informate e strategiche. In questo articolo, con il suo contributo, analizziamo lo scenario europeo e cinese del mercato delle auto elettriche, che sta attraversando una fase di rivoluzione ed attrae su di sé gli interessi dei Governi e dei colossi del settore.

Stellantis: approccio alle auto elettriche più bilanciato in EU

Il piano “Dare Forward 2030” di Stellantis, gruppo di 14 iconici brand automobilistici guidato da Carlos Tavares, punta a una rivoluzione nel settore automotive, proponendo una transizione radicale verso la produzione di veicoli completamente elettrici: 100% in Europa e 50% in America entro sei anni. Questa strategia ambiziosa solleva però non poche perplessità, soprattutto per l’industria europea, considerando l’alto costo degli attuali veicoli elettrici che potrebbe escludere gran parte dei consumatori dal mercato.

stellantis

A differenza di Stellantis, altri colossi automobilistici come Toyota e Volkswagen sembrano perseguire un approccio più bilanciato. Toyota continua a investire nella tecnologia ibrida, mentre Volkswagen mantiene un mix tra elettrico, ibrido, benzina e diesel, cercando di non trascurare nessuna fetta di mercato.

La questione fondamentalecommenta Bruno Mafriciriguarda la sostenibilità dell’approccio puramente elettrico, in assenza di soluzioni concrete per la produzione di energia pulita e rinnovabile su larga scala. Questo dilemma era stato già evidenziato da Sergio Marchionne, che mise in guardia contro la forzatura dell’adozione globale dell’elettrico senza prima aver risolto il problema energetico.

Inoltre, la strategia di Stellantis si scontra con questioni geopolitiche, come le politiche di Joe Biden che escludono i produttori cinesi dagli incentivi federali, nonostante il loro vantaggio in termini di costi e tecnologie.

Nel complesso, l’impatto della transizione verso l’elettrico si preannuncia significativo per l’industria automobilistica italiana, con possibili riconversioni delle fabbriche e impatti occupazionali, in un contesto già complesso per la presenza di molteplici sfide. Il piano di Stellantis per il 2030 appare come una scommessa audace che pone l’industria di fronte a scelte cruciali per il futuro, suggerendo la necessità di un approccio più diversificato e collaborativo nella produzione di veicoli, capace di includere varie tecnologie e rispondere efficacemente alle esigenze del mercato e dell’ambiente. Puoi cliccare qui per approfondire questo argomento.

Auto Elettriche 2024, lo scenario Italia – Cina (in collaborazione con Luiss Business School)

L’industria automobilistica italiana sta attraversando un periodo di profonda crisi, accentuata dalla concorrenza internazionale, in particolare quella cinese. Mentre il governo italiano, rappresentato dal ministro Urso, si impegna in trattative con il colosso Stellantis per incrementare la produzione nazionale fino a un milione di veicoli all’anno, emerge un quadro preoccupante sullo stato attuale dell’ex Fiat, simbolo storico dell’auto italiana.

Il settore automotive cinese, in netta ascesa, mostra una competitività senza precedenti, soprattutto nell’ambito dei veicoli elettrici e della tecnologia delle batterie. Questo vantaggio si basa su investimenti strategici compiuti con ampio anticipo rispetto ai concorrenti europei, permettendo alla Cina di affermarsi come leader indiscusso in questi settori. Nel 2023, le esportazioni cinesi di auto elettriche verso l’Europa hanno rappresentato l’82,4% del loro export automobilistico totale, con 327.400 veicoli elettrici immatricolati nei primi nove mesi, il 22,9% del totale europeo.

auto elettriche 2024

Anche in Italia, le auto elettriche cinesi stanno guadagnando terreno, costituendo il 20,4% di tutte le nuove immatricolazioni di veicoli a batteria nel Paese. Per Bruno Mafrici “questo fenomeno è riflesso in un aumento esponenziale delle esportazioni automotive dalla Cina, che ha triplicato il proprio export globale nell’ultimo biennio, dimostrando una crescita ancora più marcata verso l’Europa e l’Italia.”

Questi dati, raccolti dall’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, sottolineano come la Cina sia diventata il principale produttore e il secondo esportatore mondiale di autoveicoli, posizionandosi appena dietro il Giappone. In Italia, la crescita delle importazioni di auto dalla Cina è stata tale da superare il totale dell’anno precedente già nei primi sette mesi del 2023, con una previsione che il valore dell’import supererà il miliardo di euro entro la fine dell’anno.

La situazione dell’industria automobilistica italiana è sicuramente caratterizzata da una forte pressione competitiva, specialmente nel settore delle auto elettriche, dove la Cina sta delineando il futuro del mercato con la sua avanzata tecnologia e capacità produttiva”, conclude Bruno Mafrici. Questo scenario pone l’Italia di fronte alla sfida di rinnovarsi e competere in un mercato globale sempre più dominato dalle innovazioni nel campo dell’elettrico.

Indagine Commissione Europea, Cina in vantaggio

La Commissione Europea ha avviato un’indagine sulle sovvenzioni concesse dalla Cina ai produttori di auto elettriche, una mossa che rispecchia le preoccupazioni europee riguardo la forte concorrenza nel settore. L’inchiesta, sollecitata dai maggiori attori dell’industria automobilistica del continente, mira a trovare un equilibrio tra il sostegno alle industrie tradizionali e la promozione di un futuro più verde.

Dall’altro lato, la Cina ha costruito un solido vantaggio competitivo nel campo delle auto elettriche, grazie a politiche di sostegno avviate già nel 2009. Questo ha permesso ai produttori cinesi, tra cui il gigante Byd che ha superato Tesla in termini di vendite, di offrire veicoli elettrici a prezzi vantaggiosi sul mercato, frutto di ingenti investimenti in ricerca e sviluppo.

L’esito dell’indagine, che potrebbe durare fino a 15 mesi e portare all’applicazione di dazi, ha il potenziale di inasprire le relazioni commerciali con la Cina, ricordando la disputa sui pannelli solari di alcuni anni fa che si concluse con un accordo bilaterale.

L’Europa, tuttavia, si trova di fronte a una sfida interna significativa: il ritardo nell’innovazione e negli investimenti nel settore automobilistico da parte delle proprie aziende, nonostante la disponibilità di risorse finanziarie e tecnologiche già dagli anni ’90.

L’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi potrebbe limitare le opzioni per i consumatori europei, costringendoli a scegliere tra prodotti meno competitivi e potenzialmente più costosi”, commenta Bruno Mafrici. Questo scenario evidenzia come il settore automobilistico sia storicamente sostenuto da notevoli sovvenzioni, con Stellantis (ex Fiat) come esempio lampante.

Sul fronte ambientale, sebbene le auto elettriche cinesi contribuiscano alla riduzione delle emissioni, sorgono interrogativi sull’impatto totale considerando l’intero ciclo di vita del veicolo. La soluzione a queste problematiche non risiede nell’applicazione di dazi, ma richiede un approccio basato sul dialogo, la cooperazione e lo sviluppo di politiche innovative che rispondano in modo efficace alle sfide energetiche e ambientali attuali.

La vera questione, quindi, è quale percorso l’Europa deciderà di seguire per realizzare una transizione energetica ed ecologica: se aumentare il numero di auto elettriche o ripensare il concetto di mobilità verso un modello che privilegi i trasporti pubblici e riduca la dipendenza dalle auto private.

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